Una delle caratteristiche distintive del branding nell’ultimo decennio è la libertà che i social media offrono a chiunque di lanciare una critica personale in modo semplice e veloce. E sebbene questa innovazione abbia rappresentato uno step importante nella libertà di pensiero e di parola, a volte questa conquista ha portato gli internauti ad abusare ed eccedere nei propri giudizi.
I 10 Loghi Più Odiati nella Storia del Design
In effetti, molti dei più controversi logo restyling degli ultimi anni hanno avuto non poche difficoltà nel superare la tempesta di odio scatenatasi online ben prima che venissero ufficialmente lanciati. E in alcuni casi, come risultato, sono stati addirittura ritirati! Altre volte, quando il “furore” si è spento e le persone sono riuscite a percepire il concetto complessivo piuttosto che soffermarsi sul solo logo design, l’odio si è trasformato in amore.
A questo proposito, oggi vedremo alcuni dei loghi più criticati e odiati nella storia del design moderno. Tuttavia ogni logo, per quanto odiato, può sempre insegnarci qualcosa.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Londra 2012
Una cosa è certa, l’audace marchio realizzato da Wolff Olins per le Olimpiadi di Londra 2012 è riuscito ad attirare moltissime critiche al tempo: queste andavano da semplici problemi di leggibilità, ad affermazioni più stravaganti e improponibili (come quella che Lisa Simpson sembrasse impegnata in una fellatio!!).
Ma all’epoca il logo divenne anche un caso politico quando la squadra olimpica dell’Iran vedeva la scritta “Sion”, mentre qualcun altro ha accostato il design ad una svastica. Le cose peggiorarono ulteriormente quando i colori brillanti e “lampeggianti” dello spot promozionale indussero crisi epilettiche in alcuni spettatori!
Una volta che le Olimpiadi iniziarono e il marchio fu visto nel contesto attraverso una vertiginosa serie di applicazioni materiali, il giudizio di molti critici cambiò come per magia. (leggi anche I 10 Migliori Loghi Olimpici di Tutti i Tempi)
Cosa possiamo imparare quindi dal logo delle Olimpiadi di Londra 2012? Creare qualcosa di audace e fuori dagli schemi molte volte paga. Non sempre per i giusti motivi, ma a volte è meglio essere coraggiosi e distinguersi dalla massa (e odiati da qualcuno) piuttosto che realizzare qualcosa di “classico” e banale e svanire ben presto nel dimenticatoio. Ecco come avviene l’innovazione in questo settore.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Gap
Il tentativo dell’azienda Gap di abbracciare la rivoluzione minimalista con il font Helvetica si tramutò in un disastro di dimensioni tali da costringere la società a ritirare il logo dopo neanche una settimana.
Al posto del suo iconico quadrato blu con un carattere “serif condensed”, il gigante americano dell’abbigliamento tentò di lanciare qualcosa di così poco convincente che il popolo di Internet (e gli affezionatissimi clienti) si rivoltarono fin da subito costringendo la società a ritornare sui suoi passi.
Cosa possiamo imparare da questa debacle? In primo luogo, non buttare mai via l’eredità di un marchio che funziona per cercare di abbracciare una nuova tendenza. Ma forse e soprattutto, sapere quando si sbaglia e ammettere i propri errori cercando di imparare da essi.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Usa Today
Dopo quello di Londra 2012, l’agenzia londinese Wolff Olins è stata al centro di aspre polemiche anche per il restyling del logo del giornale USA Today, uno dei più diffusi negli Stati Uniti dopo il Wall Street Journal e il New York Post.
Il concetto principale del rebrand era basato su un grande cerchio blu a tinta piatta, ovvero una versione ultra minimalista della grafica precedente del “globo” e un testo in maiuscolo realizzato con il font Futura. Sfortunatamente, il design ha attirato su di se una pioggia di critiche per essere troppo semplicistico e persino offensivo per l’intelligenza dei lettori.
A livello di branding, però, la soluzione adottata è stata molto intelligente. Oltre ad essere semplice e pulito, il nuovo design era anche incredibilmente versatile: il cerchio fungeva da “dispositivo contenitore” per le diverse sezioni del giornale.
Quale lezione possiamo imparare? Quando c’è un sistema di identità più complesso che deve essere visto nel contesto, bisogna ignorare la prima ondata di critiche e avere fiducia.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Tropicana
Come Gap, questo è stato un altro rebrand di breve durata che alla fine ha ceduto alle critiche degli utenti. Quando la marca di succo Tropicana ha abbandonato il suo riconoscibile marchio testuale per uno più pulito e minimal, ha generato una tale ondata di critiche e stupore fra i suoi affezionati clienti che la società proprietaria del marchio (PepsiCo) è stata costretta a ripristinare il vecchio logo.
La lezione che possiamo imparare da questo insuccesso è forse un po’ banale: se avete qualcosa di distintivo e amato che conferisce al marchio una posizione di spicco in un settore competitivo, non provate mai a cambiarlo per dargli un aspetto più “contemporaneo”.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: British Petroleum
Molti di voi ricorderanno il disastro ambientale che coinvolse la società petrolifera BP nell’Aprile del 2010. Ebbene, in un tentativo un po’ maldestro di “ripulire” la sua reputazione, il gigante petrolifero cercò sostituire il suo vecchio logo dello scudo imperialista verde e giallo con un delicato fiore geometrico. La scritta “BP” tutta maiuscola diventa minuscola e si libra sopra il fiore con un nuovo slogan: “Beyond Petroleum” (Oltre il petrolio).
Dato che il rebrand e il suo successivo lancio globale sono costati circa 100 milioni di dollari, gli ambientalisti si sono affrettati a sottolineare che BP aveva speso molto di più sul suo nuovo logo piuttosto che investire in fonti di energia rinnovabili. Alcuni designer sovversivi hanno trasformato il logo in un meme, completo di tartarughe e uccelli marini imbevuti di petrolio.
La lezione che possiamo imparare qui e che molte aziende hanno imparato nel corso degli anni, è che non si può pensare che basti un restyling per far cambiare opinione alle persone. L’autenticità è tutto e un rebrand ideologico come questo ha bisogno di cambiamenti organizzativi per avere maggiori probabilità di successo fra le masse.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Airbnb
Il restyling del logo Airbnb nel 2014 è stato il primo di una serie di progetti che hanno suscitato polemiche in quell’anno.
Al lancio, il nuovo marchio fu descritto come “un’espressione di ciò che significa veramente appartenere a qualsiasi luogo” grazie al design che incorpora un abbraccio, una mappa e un cuore. Tuttavia, questi non sono gli elementi che il pubblico ha notato nel simbolo!
C’è chi ha visto un pene, mentre altri hanno notato una certa somiglianza con il mento di Peter Griffin del cartone animato I Griffin, tra le altre cose.
Il marchio è tranquillamente sopravvissuto alla tempesta di ilarità e indignazione e oggi viene addirittura considerato un’icona contemporanea. Da questo possiamo imparare che se il designer e il clienti hanno la stessa visione su un rebrand, non bisogna lasciare che troll e haters possano condizionare le vostre scelte. A differenza di Gap o Tropicana, questo è un logo che può solo migliorare con l’età.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: American Airlines
Quando si ha la fortuna di avere già un logo iconico disegnato da un maestro come Massimo Vignelli, chi mai penserebbe di cambiarlo? La risposta è American Airlines.
L’audace e grafico simbolo dell’aquila incrociata di Vignelli, perfettamente inserito tra due “A”, aveva una piacevole simmetria visiva che dava allo stesso tempo al logo un aspetto senza tempo ed elegante. Il restyling realizzato in chiave più moderna e astratta, non è piaciuto.
La lezione che possiamo imparare? Quando una cosa non è rotta, non bisogna aggiustarla. E quando si ha la fortuna e l’onore di avere un logo realizzato da Vignelli, sicuramente non è rotta!
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: IHOP
L’International House of Pancakes, altrimenti nota come IHOP, è una specie di istituzione in America. Ma poche cose sono in grado di rovinare la colazione ad un americano come lo sguardo fisso di un pagliaccio demoniaco!
Forse nel tentativo di emulare il caldo motivo del “sorriso” che Turner Duckworth ha ottenuto in modo così efficace per Amazon, IHOP capitalizza la giustapposizione facciale della “o” e della “p” nel suo nome. Ma mentre la combinazione di grossi occhi cerchiati blu, gli occhi fissi e il magro sorriso rosso trasuda molte cose, il “calore” non è certamente tra queste.
La lezione che possiamo imparare? Se state cercando di rendere un logo amichevole e accessibile, provatelo sugli umani reali e verificate se ne sono terrorizzati. Sarà certamente un buon indizio.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Instagram
Una delle più importanti pietre miliari nella “morte” dello scheumorfismo e dell’ascesa del design flat, è stata quando Instagram ha abbandonato la sua macchina fotografica retro-testurizzata a favore di un’icona ridotta e adornata da una sfumatura di neon arcobaleno. Peccato che, a primo impatto, Internet ha dato di matto! (leggi anche Introduzione al Flat Design)
Come molti altri esempi di questo elenco, questo è stato un rebranding che ha lanciato migliaia di meme ironici. C’è chi lo ha paragonato ad un disegno fatto con il Microsoft Paint degli anni ’90 o realizzato con uno dei tanti generatori di logo presenti online.
Alcuni si sono lamentati del fatto che l’essenza della “macchina fotografica retrò” di Instagram (ovvero l’intero principio fondante dell’app) fosse andata perduta, mentre altri semplicemente odiarono la tavolozza di colori utilizzata, considerata troppo accattivante e vistosa. Ma dal momento che il design flat è diventato l’aspetto e l’interfaccia di iOS, la sensazione “nativa” dell’icona dell’app ha avuto in seguito un effetto positivo.
Dove un tempo era noto principalmente per i suoi filtri per la fotografia retrò (per i quali la fotocamera skeuomorphic era un adattamento perfetto) Instagram è oggi una delle piattaforme di social media più importanti. Da questo possiamo imparare che, a volte, le decisioni di design inizialmente impopolari hanno motivazioni strategiche più ampie nel loro cuore.
I 10 Loghi Più Odiati Nella Storia del Design: Cleveland Indians
A volte l’odio per un logo va ben al di là dell’aspetto estetico, come nel caso della mascotte dei Cleveland Indians, “Chief Wahoo”. Il logo è stato addirittura definito offensivo, obsoleto e persino razzista per aver usato una caricatura da cartone animato di un nativo americano, in un clima in cui la maggior parte delle squadre sportive statunitensi (con notevoli eccezioni, come i Washington Redskins) hanno smesso di farlo.
Tuttavia, sembra che la pressione abbia ora avuto l’effetto desiderato, dal momento che Chief Wahoo non apparirà più sulla divisa dei Cleveland Indians dall’inizio della stagione 2019, con la squadra che ha ammesso di aver sbagliato ad utilizzare un’immagine “non appropriata”.