Penso che tutti voi sappiate cosa è un font. Generalmente, Windows ha più di 40 font installati di default, mentre un computer Apple ne ha circa 100 e sono quelli più usati dalla maggior parte degli utenti. Ma vi siete mai chiesti come questi tipi di caratteri siano strutturati? Innanzitutto, diciamo che vengono divisi in gruppi chiamati famiglie di font che, a loro volta, comprendono delle sotto-categorie riguardanti il tipo di carattere (normale, corsivo o italico, grassetto, corsivo grassetto e varianti). Esattamente come una vera famiglia, alcuni di loro sono “sottili”, altri sono più “grassi”, alcuni di loro sono noiosi ecc. Ma tutti hanno qualcosa in comune, ovvero quello di essere classificati in due categorie principali: serif e sans serif.
Font Serif
L’origine dei caratteri Serif può essere fatta risalire ai tempi dell’Impero Romano, in quanto era il carattere usato nell’intagliatura delle pietre. Su questo carattere vi è ancora oggi un dibattito continuo: alcuni dicono che veniva usato solo a titolo ornamentale, altri invece sostengono che era usato principalmente per aumentare la leggibilità nei testi di grandi dimensioni. Ad ogni modo, uno dei caratteri serif più popolari è sicuramente il Times News Roman, che oggi viene utilizzato per lo più nei documenti ufficiali o formali. Tuttavia, vi è una grande varietà di fonts tra cui scegliere, ma si dovrebbe sempre tenere a mente il tono e lo scopo del testo in questione.
Prendiamo ad esempio il font Garamond dell’immagine sovrastante. Questo è un vecchio font in stile serif che è stato adattato ed usato maggiormente dagli antichi scrivani italiani e può essere spesso riconosciuto dalla transizione tra tratti spessi e sottili e la rotondità delle loro terminazioni.
A mio parere, un altro grande esempio di font serif è il Baskerville, un carattere “transitorio”. I suoi tratti (chiamati staffe) sono collegati da angoli curvi, mentre le terminazioni dei bordi vengono squadrate. Queste caratteristiche gli conferiscono un look moderno, rappresentando un’ottima scelta per chi vuole una via di mezzo fra l’antico e il moderno.
Un altro bel font serif (ma quasi sans!) è sicuramente il Beaufort Pro. Il carattere ha una leggibilità discreta, terminazioni taglienti che aggiungono definizione alle piccole dimensioni e “finezza” di dimensioni di visualizzazione.
Altro interessante font serif è il Gin. Come un “fratello” della famiglia Bourbon, il Gin ha lettere molto simili, ma meno condensate. Questo font vintage è ispirato alla vecchia tipografia presente sulle bottiglie di whisky e gin della fine dell’800.
Altro font serif degno di nota è il Trend. E’ un font fatto “a strati”, ed è il risultato dell’osservazione, la ricerca e lo studio delle ultime tendenze globali nel campo della tipografia. Il Trend cerca di catturare l’estetica della moda o anche la moda in sé: insomma, è la rappresentazione degli elementi integranti di una tendenza molto popolare ed attuale. È un carattere progettato per essere utilizzato senza necessità di aggiungere nulla intorno ad esso, perché ha tutti i componenti necessari per stare bene da solo!
Al giorno d’oggi, i font moderni sono associati con l’eleganza e la raffinatezza e sono più adatti per i titoli, piuttosto che per i blocchi di testo. Di solito non sono usati troppo ne web design, ma sono una buona scelta se si vuole creare qualcosa che mostri grande stile. Hai bisogno di sapere che i font moderni apparvero come alternativa alle terminazioni di transizione, durante la Rivoluzione Industriale. Un altro tipo di font serif sono i cosiddetti slab serif fonts, che apparvero per la prima volta nel 1800, quando l’industria della pubblicità iniziò a fiorire (erano comuni nei manifesti e nei volantini dell’epoca). Questo tipo di carattere è meno “altezzoso” di un serif moderno, perché fu creato per renderlo leggibile a distanza. In contrasto con i caratteri moderni, i caratteri slab serif sono molto popolari sul web, grazie alle loro eccellenti capacità nel far “spiccare” i titoli.
Font Sans-Serif
In tipografia, un carattere senza grazie o bastone, in inglese sans serif (talvolta solo sans), è un carattere che non ha i tratti terminali chiamati appunto grazie. Il termine inglese proviene dalla lingua francese e significa appunto “senza (sans) grazie (serif)” (fonte wikipedia). Quando i designer e i tipografi iniziarono a sperimentare utilizzando i caratteri “slab”, ebbero allo stesso tempo l’idea di eliminare il serif dalle loro creazioni! Ma l’idea apparve inizialmente come un grosso errore, perché le caratteristiche del font erano come una tradizione dell’epoca. I primi caratteri sans serif furono creati anche nel 1800, ed erano chiamati grotesque (grottesco). Anche se il nome appariva “sinistro”, questo font iniziò ad essere usato sempre di più, specialmente intorno al 1920. I caratteri Sans Serif ebbero così tanto successo che molti hanno specularono sul fatto che i font serif sarebbero state eliminati molto presto! Anche se i caratteri serif sono molto utilizzati, la popolarità dei caratteri sans serif è ancora oggi in rapida crescita, perché hanno un aspetto più contemporaneo, familiare e “percepibile”.
Il Supria Sans è una famiglia “allargata” di 36 caratteri disegnati da Hannes von Döhren. Esso contiene due larghezze, sei pesi e tre stili, tra cui il sinuoso Corsivo Femminile così come l’Oblique più convenzionale. Anche se è ispirata alla chiarezza utilitaristica dello stile svizzero, le sue curve sottili, raffinate e dettagliate gli conferiscono un aspetto più giocoso e piacevole.
L’Helvetica è cresciuto in popolarità nel corso degli anni ’60 e ’70, in cui sono state introdotte anche altre versioni della famiglia. Ciò ha generato un pò di confusione: lo stesso peso è spesso definito da due nomi diversi e le caratteristiche del suo design spesso variano da un tipo all’altro. Il font sopra rappresentato è chiamato Neue Helvetica (termine tedesco per New Helvetica) ed incorpora un sistema di numerazione più facile da usare per identificare i vari stili e pesi del carattere.
I Sans Serif sono pratici da usare per quasi qualsiasi scopo e vi sono molte famiglie fra cui scegliere. Nel mondo del design, i più popolari sans serif sono sicuramente l’Arial, l’Helvetica e il Verdana, anche se hanno la reputazione di essere fonts troppo abusati! Ad ogni modo, essi sono l’ideale per il corpo del testo ma se si desidera utilizzarli nella creazione di titoli, si dovrebbe prima guardare a qualcosa che dia più l’idea di unicità.