Siete dei logo designers e vi trovate in un momento di empasse creativa? Forse dovreste cominciare a decidere innanzitutto che stile dare al vostro logo design. Questi possono essere suddivisi in cinque categorie fondamentali: wordmarks, lettermarks, marchi (o brandmarks), marchi combinati ed emblemi. Nel post di oggi cercherò di spiegarvi le principali caratteristiche di ciascun tipo di logo tramite alcuni esempi famosi e quando e perché si dovrebbero usare.
Tipi di Logo Design
Nota: non tutti i loghi si adattano in modo preciso e pulito a queste cinque categorie. Ma questo non è un problema. Non dovete vederli come delle regole “rigide”. Il post di oggi ha il solo scopo di stimolare la vostra creatività.
1. Wordmarks
Un wordmark, noto anche come logotipo, è considerato il tipo più semplice di logo design, in quanto trasmette il nome dell’azienda con il solo utilizzo di un testo. Possono essere basati su un tipo di scrittura a mano, firme, caratteri personalizzati o font già esistenti (meno comuni). Esempi famosi includono i loghi di Coca-Cola, Disney, Mobil, Canon, Sony, Visa, Google, Facebook, Yahoo e Pinterest. Per i grandi marchi, la semplicità di un wordmark può trasmettere un senso di fiducia, di storia e di stabilità. Tuttavia, il marchio può anche essere una buona scelta soprattutto nelle fasi iniziali di vita dell’azienda, in quanto contiene il nome completo della società e aiuta a farlo conoscere meglio al pubblico. Una volta che il nome sarà diventato onnipresente, tuttavia, è spesso il caso di ideare una sorta di restyling o di passare ad un lettermark.
2. Lettermark
Conosciuto anche come logo monogramma, un lettermark è sempre un logo testuale, ma basato sulle iniziali della società o del marchio, piuttosto che dal suo nome completo. Tra gli esempi famosi figurano i loghi di CNN (Cable News Network), Home Box Office (HBO), National Aeronautics and Space Administration (NASA), Procter & Gamble (P & G) ed Electronic Arts (EA). Come suggeriscono questi esempi, un lettermark rappresenta una buona scelta per una società il cui nome è difficile da pronunciare o troppo lungo per essere utilizzato efficacemente nel settore dei media. Questa è una considerazione particolarmente importante quando dovrà essere ridotto in piccole dimensioni per adattarsi ai dispositivi mobili, ad esempio. L’abbreviazione di un lungo nome aziendale alle sue iniziali renderà anche più facile per il pubblico di ricordare il logo e il nome in questione, soprattutto nei mercati globali. La sfida per il designer sarà rendere il lettermark abbastanza distintivo visivamente, in modo che diventi immediatamente riconoscibile.
3. Brandmarks
Conosciuto anche come “marchio pittorico”, un brandmarks non contiene alcun testo, ma è un’immagine, un’icona o un simbolo che rappresenta l’azienda o il marchio. Alcuni esempi famosi includono la silhouette del logo Apple, il “Bullseye” di Target, lo “swoosh” della Nike, il simbolo della Croce Rossa e il “panda” del WWF. Un brandmarks può essere un ottimo modo per formare una connessione psicologica tra il pubblico e il marchio, in quanto il cervello risponde in modo più profondo e più istintivo ad un’immagine piuttosto che a un testo scritto (che deve essere interpretato). Questo principio può essere visto, ad esempio, nei social media, dove il simbolo dell’uccellino di Twitter, il fantasma di Snapchat o l’icona della fotocamera di Instagram incoraggiano le persone a condividere contenuti che hanno incontrato in un sito web quasi senza pensarci. Utilizzare un brandmark per un marchio ha anche evidenti vantaggi quando si tratta di espandersi in un mercato globale, in quanto può (in teoria) essere immediatamente compreso ovunque nel mondo. Il successo di un brandmark, però, si basa sulla comprensione del significato del marchio da parte del pubblico, che è una cosa difficile da tirare fuori. Anche per i marchi più noti.
4. Marchio Combinato
Come suggerisce il nome, questo tipo logo è formato dalla combinazione di un wordmark e un simbolo. Esempi famosi includono i loghi di Adidas, Doritos, Lacoste, Pizza Hut, Xbox, McDonald’s, Walmart, Microsoft e Domino’s Pizza. Conosciuti anche come loghi iconici, i marchi combinati consentono di trasmettere un’idea visiva di ciò che rappresenta il brand, ed è quindi particolarmente utile per le società di recente nascita o meno conosciute. Anche se non è di semplice realizzazione, può dare più carattere e unicità ad un marchio, che quindi avrà meno probabilità di essere confuso con i loghi di altre aziende. La stessa complessità, però, significa che è anche più difficile ridurre il disegno fino a dimensioni più piccole. Quindi è ideale ricorrere a questo tipo di design se i diversi elementi possono essere utilizzati sia separatamente che combinati. Il logo Adidas mostrato sopra è un perfetto esempio di questo concetto.
5. Emblema
Come il marchio combinato, un emblema è formato sia da un testo che da un simbolo. Ma, in questo caso, il testo appare all’interno del simbolo. Esempi famosi di emblemi includono i loghi di Ford, Starbucks, Harley-Davidson, UPS, MasterCard, Burger King e NFL. Gli emblemi sono però meno flessibili dei marchi combinati, poiché i loro elementi sono tipicamente difficili da separare. Utilizzato storicamente da organizzazioni come scuole, non profit, squadre sportive e agenzie governative, è più simile ad un badge o a un sigillo. Si tratta di uno stile molto moderno e sempre apprezzato.