Nella sua forma più basilare, il design di un logo può essere una cosa molto letterale e rappresentativa. E questo può essere efficace, se fatto bene. Ma questo discorso vale anche per quei loghi che, a prima vista, non fanno capire il business che rappresentano: esempi di questo concetto sono il logo Shell o Apple, ma anche un’intera gamma di marchi a tema animale come Puma, Jaguar, Penguin, Dove e Red Bull.
Sempre più spesso, la tendenza del logo design minimalista sta riducendo l’utilizzo di simboli illustrati in favore di un tipo di design più pulito e con caratteri sans serif. Spesso però vi sono delle associazioni strane fra design e storia del logo. Gli esempi più classici sono i loghi Starbucks e McDonalds. Prima che il franchise nato a Seattle conquistasse il mondo, chi avrebbe associato una sirena verde in topless e un personaggio di Moby Dick al caffè? E mentre gli “archi dorati” assomigliano alla “M” di McDonalds, in realtà riprendono la forma distintiva dei primi ristoranti del colosso dei fast food.
Continua a leggere per scoprire altri cinque marchi famosi i cui simboli nascondono un affascinante retroscena.
1. Nestlé
Avete mai riflettuto sulla connessione tra una multinazionale che produce cibo e bevande e un nido di uccelli? Tutto si riduce alla famiglia del fondatore. Henri Nestlé è stato uno dei primi imprenditori svizzeri a sviluppare un logo per la sua attività ed ha rivolto l’attenzione al suo stemma di famiglia per trarne ispirazione. Nestlé significa “nido” in tedesco: quindi non sorprende più di tanto che il marchio della sua azienda raffigurava un uccello nel suo nido.
Inoltre, dato che la gamma di prodotti dell’azienda comprendeva cereali per bambini, nel 1868 Nestlé adattò il simbolo (altrimenti abbastanza casuale) per dargli un “senso di nutrimento”, inserendo nel design tre piccoli uccellini nutriti dalla madre, così da creare la fusione ideale tra il suo nome e il suo obiettivo aziendale.
Nel tempo, il logo è stato progressivamente semplificato. E nel 1988 i tre uccellini vennero ridotti a due, nel tentativo di rappresentare la “famiglia moderna media”…anche se in forma animale!
2. NBC
Potrebbe essere una forzatura associare un pavone ad un’emittente televisiva nell’era moderna. Ma nel 1956 NBC voleva una metafora visiva che esprimesse l’eccitazione delle recenti innovazioni nei televisori a colori e posizionasse il canale in prima linea nel mercato di riferimento.
Le prime versioni mostravano un disegno al tratto abbastanza letterale di un pavone, con una coda arcobaleno (molto grafica) a ventaglio. Ognuna delle 11 “penne” presentava una diversa goccia colorata, creando una vibrante esplosione di colori per incoraggiare i possessori di TV in bianco e nero a passare ad una TV a colori per godere di un’esperienza visiva completa.
Oltre alla sua famosa coda vibrante, venne usata anche la tagline “proud as a peacock”, cioè orgoglioso come un pavone, per aiutare ad esprimere meglio l’orgoglio della rete nel sistema televisivo a colori.
3. Domino’s
Anche se oggi rappresenta la catena di pizzerie più onnipresente al mondo, Domino ha avuto umili origini come un piccolo ristorante indipendente chiamato DomiNicks, dal nome del proprietario Dominick DiVarti. Nel 1960 Tom Monaghan acquistò l’azienda con suo fratello James, in cambio del vecchio Maggiolino Volkswagen che usavano per le loro consegne.
Nel 1965, Monaghan aveva aperto altre due pizzerie, ma non era in grado di concedere in franchising il nome di “DomiNicks” senza il permesso di DiVarti (che non lo concesse!). Un dipendente suggerì di cambiarlo in “Domino’s” e Monaghan se ne innamorò immediatamente: oltre alla somiglianza fonetica e al potenziale di visual branding, era anche entusiasta di come le sue ambizioni di franchising potessero essere rappresentate nel logo stesso.
I tre puntini nel primo design rappresentavano le tre posizioni originali di Domino nel quartiere: il piano consisteva nell’aggiungere un punto per ogni negozio successivo aperto. L’idea era semplice e chiara, ma i fratelli non avevano previsto l’enorme successo della catena di pizzerie. Se si fossero attenuti al concetto, oggi avremmo infatti un logo con oltre 10.000 puntini!
4. Metro-Goldwyn-Mayer (MGM)
Uno dei loghi più iconici e riconosciuti nell’industria del cinema è sicuramente quello di Metro-Goldwyn-Mayer, meglio conosciuta come MGM. Il leone ruggente, incorniciato da un rotolo di pellicola, ha però un’associazione con il concetto di film puramente casuale: il re degli animali è stato originariamente utilizzato come parte del marchio di fabbrica di Goldwyn Pictures Corporation del 1916, come tributo all’alma mater dell’Executive AD Howard Dietz alla Columbia University e, in particolare, al suo team di atletica soprannominato “The Lions”.
Quando la Goldwyn Pictures si unì alla Metro Pictures nel 1924, il leone (un vero animale, chiamato Slats) rimase la mascotte ufficiale del marchio MGM. Dopo la morte di Slats nel 1928, gli successe un’intera schiera di leoni, tra cui Jackie, Telly, Coffee, Tanner e George, prima che Leo, il leone più conosciuto e più longevo, subentrasse nel 1957. È un marchio ricco di storia, ma è strano pensare che tutto nasce dal fatto che un dirigente è andato in una certa università.
5. Toblerone
Molti marchi attingono dalla storia e dal patrimonio della città o del paese da cui provengono, piuttosto che dai prodotti che rappresentano. Toblerone è un grande esempio di questo: piuttosto che raffigurare qualsiasi cosa abbia a che fare con il cioccolato stesso, il marchio ha scelto come simbolo un punto di riferimento geografico, la vicina montagna del Cervino.
Quella particolare forma di montagna riecheggia nei frammenti triangolari delle stesse tavolette di cioccolato, ma i riferimenti non si fermano qui. Nascosto tra i motivi innevati sulla parete a strapiombo della montagna si trova il contorno di un orso: il simbolo ufficiale di Berna, la città svizzera in cui Toblerone fu fondata nel 1908.
Laddove i simboli usati da Nestlé e MGM sono strettamente legati a un particolare individuo coinvolto nel suo business (il nome del fondatore, dove ha studiato il suo amministratore delegato), il simbolo di Toblerone dimostra tutto l’orgoglio per le proprie origini e dà un significato globale altrimenti poco conosciuto di un emblema regionale.