Per ogni logo designer è sempre un onore poter lavorare alla creazione di marchi famosi e allo sviluppo della loro identità. Oltre a far guadagnare denaro, questi lavori procurano fama internazionale e incrementerà anche il prestigio del proprio portfolio di design, aumentando così la reputazione del designer o dell’agenzia coinvolta nel progetto. Nel settembre 2009, l’agenzia brasiliana Tatil ha battuto 139 studi di design e agenzie pubblicitarie nel concorso per la realizzazione del logo delle Olimpiadi di Rio 2016. Parlando al Design Indaba Conference 2016, il fondatore di Tatil Fred Gelli ha spiegato le sfide che il suo team ha dovuto affrontare per la creazione di un logo così importante. “Doveva riflettere la cultura locale, ma allo stesso tempo essere universalmente compreso” disse a questo proposito. Prima di arrivare al progetto definitivo, il team grafico creò oltre 50 marchi diversi. Il logo dei Giochi Olimpici 2016 mostra 3 figure umane con le mani congiunte che sembrano danzare in cerchio, mentre la combinazione di colori riflette l’ambiente tipico brasiliano: il giallo simboleggia il sole, l’azzurro il mare e il verde la foresta amazzonica, ma anche la bandiera brasiliana. Tuttavia, una volta che l’emblema fu reso noto al mondo, cominciò ad assumere nuovi significati. “E’ stato incredibile. La gente iniziava a vedere cose che non avevamo inserito consapevolmente!“, dichiarò lo stesso Gelli. A questo proposito, vediamo ora tre aspetti progettuali sconosciuti (alcuni consapevolmente previsti, altri creati inconsciamente) che sono presenti nel logo delle Olimpiadi di Rio 2016.
1. La Forma Ricorda La Mappa Del Paesaggio di Rio
Il Pão de Açúcar (Pan di Zucchero) è il colle che sovrasta Rio de Janeiro, situato su una penisola che si estende da un estremo della baia Guanabara all’interno dell’oceano Atlantico (meglio conosciuta come la montagna del “Corcovado”). Ed è risaputo come il logo di Rio 2016 sia un chiaro e voluto riferimento al colle simbolo della città, in modo che gli abitanti si identifichino meglio con l’identità.
2. Il Logo Rappresenta La Parola “Rio”
Da un certo punto di vista, le tre persone che danzano assumono quasi la forma di lettere! “Molte persone hanno iniziato a vedere la parola Rio nel logo. Questo è qualcosa che non avevamo previsto“, disse Gelli.
3. Il Cuore Astratto
Per alcuni, il logo Paraolimpico unisce due simboli archetipici: il cuore e il simbolo di infinito. “Non è un cuore, ovviamente“, ha detto Gelli. “Ma durante il processo di creazione è stato importante trovare dei simboli che fossero percepiti come positivi in tutte le culture. Abbiamo utilizzato un design 3D perché volevamo creare un’esperienza…tattile.”
Conclusioni
Il logo di Rio 2016 è un abbraccio caldo e amichevole, un gesto che esprime un senso di collettività. E’ bello, fresco, umano e colorato. Dinamico, caldo e sensuale come il sole e il popolo del Brasile. Ottimo anche il lettering “Rio 2016”, rotondo, amichevole e sinuoso. Il concetto un pò scontato e un pò banale di fraternità tra i popoli viene raffigurato in questo logo in modo diverso e sicuramente efficace. La grafica riesce a trasmettere un brio inaspettato, evidenziato ancora di più dalle sfumature sui tre colori, in particolare sul giallo oro. Nonostante ciò, il logo fu oggetto di furiose polemiche: la prima è di plagio, in quanto sembrerebbe che il marchio sia molto simile a quello di una associazione benefica ovvero la Telluride Foundation. La seconda polemica verte su un ipotetico “plagio di opera d’arte” ovvero del quadro “La Danse” di Matisse, opera che rappresenta (come il marchio) degli uomini che danzano in cerchio. A mio parere, anche se assomiglia indubbiamente al marchio dell’associazione, il tutto è irrilevante…..perché è chiaro che se un grafico deve sintetizzare un concetto già espresso in precedenza come un banale ballo o girotondo, 9 volte su 10 assomiglierà ad altre forme già realizzate. E questo non sempre sarà sinonimo di plagio. Nel caso del logo di Rio 2016, l’unico aspetto che potrebbe dare adito a dubbi è la parte cromatica, identica al marchio dell’associazione Telluride. Ma ciò, a mio parere, non può in nessun modo giustificare le feroci critiche ricevute da questo bel logo.